ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

zioni, sia di infrastrutture, molto estese in particolare a ridosso delle Olimpiadi che si sono tenute a Pechino nel 2008, che di alloggi e uffici, più recentemente. A fronte del rallentamento della crescita dovuto alla crisi mondiale il governo ha reagito con un piano di 10 milioni di alloggi “a basso costo” (oecd, 2011) che però stentano a trovare acquirenti ai prezzi di mercato. È in questo settore che si rivelano persistenti squilibri spiegabili solo con riferimento al modello di crescita cinese. Benché sia interessante il paragone con gli Stati Uniti, non si tratta in Cina di uno squilibrio all’americana, originato fondamentalmente dalla interessata generosità degli istituti di credito nell’erogare a famiglie a basso reddito e a mag gior rischio di insolvibilità mutui ipotecari garantiti da strumenti assicurativi di varia natura (derivate) la cui espansione smisurata e il cui successivo crollo hanno coinvolto l’intera finanza ed economia mondiale. I cinesi, che siano con sumatori di beni durevoli o acquirenti di alloggi, sono abituati ad accumulare risparmi, anche con l’aiuto della famiglia estesa, per essere in grado di procedere all’acquisto senza fare ricorso al credito. Cambiali e mutui ipotecari non sono diffusi. I comportamenti cinesi all’acquisto sono, dalla parte della domanda, il risultato di costumi ancestrali e, dalla parte dell’offerta, la conseguenza della bassa tutela dei diritti di proprietà e quindi della mancanza di garanzie al cre dito. Nel settore residenziale sono le imprese a contrarre debiti nei confronti delle banche di stato. La mancata vendita di alloggi e uffici – qualora la domanda di abitazioni/ locali sia inferiore all’offerta – può tradursi in perdite ma non nel fallimento delle imprese di costruzioni o nel pignoramento delle residenze da parte de gli istituti creditizi, bensì nell’accumulazione di crediti in sofferenza presso le banche e nell’accensione di nuovi crediti ( green credit ) che vengono iscritti come aumento di attività degli istituti contribuendo a mascherarne l’effettiva solvibilità. Anche nel caso cinese si tratta di una bolla immobiliare, ma di di versa natura e più difficilmente individuabile data l’inadeguatezza delle regole sui crediti in sofferenza – meno rigorose di quelle internazionali – e l’ambiguità dei conti bancari, alla cui maggiore trasparenza in realtà autorità e istituzioni sembrano poco interessate.

E nel settore bancario...

La fragilità del sistema finanziario cinese è descritta in maniera dettagliata in uno splendido libro di Walter e Howie 8 , dal quale questa sezione trae van taggio. Le banche cinesi, tra le quali le quattro grandi banche di stato (la Banca di Cina, la Banca dell’ Industria e del Commercio, la Banca dell’Agricoltura e la Banca delle Costruzioni) controllano il 70% delle attività bancarie e il 40%

crisi mondiale e sviluPPo economico in cina. mutamenti in corso

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