ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

un incremento del 14,8% secondo le statistiche ufficiali, superiore dello 0,4% a quello già registrato nel 2010. L’inflazione si è moderata successivamente ma resta ancora a livelli di guardia con un 3,6% su base annua registrato nel marzo del 2012. La politica perseguita di un aumento progressivo dei salari minimi del 13% annuo nei prossimi cinque anni rende problematiche le previsioni di stabilizzazione dei prezzi anch’essa perseguita dalle autorità 6 . Alla crescita dell’inflazione tra le economie emergenti non sfugge neanche l’ India con un tasso quasi doppio a quello della Cina (l’ Economic Outlook , dell’oecd, Spring 2012 stima l’inflazione cinese nel 2011 pari al 5,5% a fronte dell’8,9% indiano) alla quale, tuttavia, istituzioni politiche e finanziarie mo derne offrono, almeno in linea di principio, maggiori capacità di intervento e controllo della liquidità. Il governo cinese teme l’inflazione per i suoi effetti perversi sulla pace sociale e cerca di mitigarla, ma con poco successo poiché l’avanzo dei conti commerciali con l’estero resta prioritario. Benché le autorità cinesi siano intervenute più volte con gli strumenti di controllo del credito – rialzo dei tassi di interesse e aumento delle riserve obbli gatorie 7 – il sistema creditizio, malgrado una serie di riforme volte a renderlo più efficace e attento al rischio, non reagisce secondo gli schemi teorici, bensì secon do un processo tortuoso nel quale si intrecciano interessi dominanti – grandi imprese di stato e manager di partito da una parte, e timori dei quadri dirigenti dall’altra – che non trovano nell’assetto istituzionale fondato sul potere del par tito comunista lo spazio necessario per il dialogo o confronto politico. Soltanto controlli diretti sul credito riuscirebbero, come è successo in passato, a frenare l’erogazione massiccia di crediti alle imprese e ai governi locali. Ma in Cina la paura della recessione – particolarmente nella fragile congiuntura mondiale successiva allo scoppio della crisi del 2008, che per il paese potrebbe tradursi nella caduta di uno o due punti percentuali di crescita del pil – sembra prevalere su altre preoccupazioni. Mentre la forte crescita consente un miglioramento dei redditi medi senza incidere sulla distribuzione della ricchezza, un cedimento economico non solo metterebbe in luce le forti disuguaglianze di reddito e patrimonio, ma, coeteris paribus , le renderebbe meno accettabili anche in una società storicamente abituata alla sottomissione.

Soprattutto nel mercato immobiliare...

Un settore in cui emergono chiaramente non solo gli squilibri finanziari che la Cina non riesce ancora ad affrontare alla radice, ma anche le sperequazioni di reddito che non consentono a gran parte della popolazione di avvantaggiarsi dei benefici della crescita, è il settore residenziale. In questi ultimi anni tra i settori che hanno trascinato la crescita hanno avuto crescente importanza le costru-

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