ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
gamento, delle quote cinesi di commercio internazionale, le stime e proiezioni successive suggeriscono l’inizio di un’inversione di tendenza dovuta in parte agli effetti della caduta prolungata di domanda internazionale ma anche, sebbene in misura ancora imprevedibile, alle problematicità del modello di sviluppo cinese.
Ma vi sono dei rischi...
Non tutto ciò che si cela dietro una crescita prorompente è virtuoso. I pro e i contro del modello cinese sono noti, ma vale la pena di richiamarne alcune caratteristiche per evidenziarne le sfide più imminenti. Lo scenario è quello di un’economia emergente – o in via di sviluppo come richiesto, ed ottenuto, dalla Cina al momento dell’entrata nell’Organizzazione del Commercio Mondiale (omc) – e delle conflittualità che a questa collocazione si accompagnano. La Cina è rimproverata, spesso a ragione, di voler perseguire vantaggi competitivi grazie al mantenimento di un tasso di cambio artificiosamente sottovalutato 2 . Un effetto non secondario di questa politica è la pressione inflazionistica che deriva dal costante avanzo dei conti con l’estero, sostenuti nella parte cor rente dalla politica dei cambi, e nella parte in conto capitale, dalle restrizioni alla libera circolazione dei capitali. Le politiche di sterilizzazione condotte dalla Banca Centrale non sono sufficienti a ridurre l’impatto dell’entrata di capitali sul livello dei prezzi. Le riserve di valuta della Banca Centrale hanno raggiunto la cifra di usd 3,2 trilioni nel terzo trimestre del 2011 (dei quali un terzo detenuto in titoli di stato statunitensi come informa la Banca Centrale il 12.07.2011) 3 , tre volte le riserve giapponesi, mentre la politica monetaria, costretta dalle scelte politiche a mantenere un tasso di cambio competitivo, non riesce a contenere le pressioni inflazionistiche. Mentre nel passato le riserve detenute in titoli del debito americano potevano ritenersi sicure, lo stato ancora precario dell’eco nomia statunitense e le politiche di quantitative easing (qe) messe in atto dal governo americano per favorire la ripresa economica non possono che suscitare preoccupazioni tra i creditori internazionali. Si apre quindi una soglia di po tenziale conflittualità tra grandi potenze, tra le quali si colloca ormai la Cina, i cui esiti sono ancora imprevedibili 4 . L’inflazione è in crescita nel 2010-2011 con un tasso previsto del 6,4% nel 2011 (quasi pari al tasso pre-crisi del 2007) 5 . Benché inferiore di un paio di punti percentuali al tasso di inflazione russo, la crescita dei prezzi in Cina, dove milioni di cinesi vivono ancora a livelli di sussistenza, è comparativamente più destabilizzante. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nel maggio del 2010, i prezzi della carne di maiale, un alimento di uso comune (37 kg all’anno di consumo per persona), sono balzati del 12% (dopo essere cresciuti nel 2010 del 57%); in luglio i prezzi dei beni alimentari più sensibili registravano
crisi mondiale e sviluPPo economico in cina. mutamenti in corso
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