ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
industriale. Tutti loro venivano da una pluridecennale relazione con Atom che era nata per servire i fabbisogni del comparto manifatturiero locale. Quando la clientela locale in quel settore cominciò progressivamente a mancare, i tre partner avviarono una decisa opera di riconversione del proprio portafoglio clienti verso una nuova domanda industriale, in cerca di soluzioni di taglio ad alta automazione ed efficienza. Si andò dunque verso nuovi mercati, tra i quali va segnalato quello dei cosiddetti converters . Questo comparto è costituito da aziende che si specia lizzano nel combinare materie prime come poliesteri, adesivi, silicone, nastri, plastiche, gomme, feltri, rivestimenti e metalli, per creare nuovi prodotti. Ma teriali quali carta, plastica, pellicole, strisce e panno sono prodotti in singoli fogli oppure in rotoli per favorire la manipolazione e il trasporto. L’industria di trasformazione utilizza questi fogli, o rotoli continui, di materiali sottili e piatti e tramite una sequenza di macchine da stampa, laminazione, accoppia tura e taglio, li converte e li trasforma in un prodotto intermedio oppure in un prodotto finale. Le fasi di taglio di questi semilavorati, che vengono utilizzati per la realizzazione dei prodotti finali più disparati, richiedevano macchine sofisticate, altamente automatizzabili, ad ampia area di lavoro e ad alto tonnel laggio e avrebbero costituito la base per la messa a punto dei sistemi di taglio in continuo. L’evoluzione dei prodotti Atom dalle tradizionali fustellatrici a braccio rotante e a carrello, dapprima verso la gamma di fustellatrici full beam , ovvero a ponte mobile, e poi verso i tavoli di taglio piani ad alta capacità, si deve senza dubbio allo stimolo e al contributo dei partner di Atom che operavano nel mondo anglosassone e che venivano a contatto con le esigenze industriali più disparate, in particolare quelle del macrocomparto dei converters . Atom ha sviluppato intere famiglie di macchine e sistemi per servire i fabbisogni di questo vastissimo comparto industriale, che è funzionale e trasversale a settori più conosciuti come l’ automotive , il packaging , l’ oil & gas , il medicale, l’edilizia e l’arredamento, l’accessoristica sportiva. Queste nuove macchine venivano normalmente inserite in soluzioni tec nologiche a valore aggiunto, integrate con stenditori di materiale e sistemi di laminazione e accoppiatura. Tali soluzioni venivano offerte dal partner locale spesso tramite una personalizzazione delle macchine Atom. La Hawkes Tech nical inglese era solita caratterizzare le proprie soluzioni basate su macchine Atom, sia pure apponendovi una semplice targa, che però evidenziava al cliente la sintesi tecnico-ingegneristica proposta e quindi il valore aggiunto a essa asso ciato. Stesso percorso svolsero, sull’altro lato dell’Atlantico, la Relco in Canada e la Msc negli States . Questa evoluzione si rivelò profondamente diversa da quella seguita dalla Hudson Machinery, storico rivenditore di macchine Atom della costa orientale degli Stati Uniti. Hudson fu tra le prime a instaurare con Atom un rapporto che prevedeva la personalizzazione delle macchine con un
atom a scuola di common law: inghilterra, stati uniti e canada
189
Made with FlippingBook Digital Publishing Software