ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
na ma tutto sommato poco strategica, mentre una mezza dozzina di trance a bandiera per il Calzaturificio Simona di Civitanova Marche riceveva attenzione molto elevata, in quanto snodo cruciale per gli equilibri distributivi dei canali marchigiani... Il rapporto con il mondo anglosassone ha portato nel corso dell’ultimo quarto di secolo due grandi contributi all’evoluzione aziendale di Atom: uno sul fronte tecnologico e l’altro sul fronte culturale e organizzativo . Il primo ha rivoluzionato il portafoglio di prodotti, il secondo ha avviato un radicale ripensamento del modello di relazione con il mercato. Vediamo perché. L’ Inghilterra, negli ultimi tre decenni, ha vissuto in anticipo il processo di deindustrializzazione che ha progressivamente colpito molte parti dell’Europa e degli USA. L’industria calzaturiera inglese, che pure fu la culla della classica scarpa maschile formale, fu tra le prime a migrare all’estero. Chi rimaneva chiedeva automazione, produttività e massima efficienza. Le stesse richieste che caratterizzavano il mercato delle applicazioni industriali che resistevano alla delocalizzazione. Analogo fenomeno si verificò in parallelo anche nel Nord America, dove i grandi distretti calzaturieri chiudevano i battenti per lasciare spazio alle politiche di approvvigionamento globale dall’Asia e dall’America Latina. L’economia statunitense, in particolare, fu tra le prime a comprendere che la globalizzazione dei processi manifatturieri era un processo irreversibile, e che sarebbero rimaste a livello domestico solo le attività produttive che richiedevano altissima flessibilità e tempestività di reazione alle variazioni della domanda. Potevano quindi essere mantenuti in loco solo i processi che si basavano su un elevato livello di automazione, per ridurre al massimo l’incidenza della manodopera. Mentre la fabbricazione di calzature, che rimane strutturalmente legata a un’alta intensità di utilizzo di manodopera, era condannata, quella di altri comparti poteva conservare competitività a patto che si fosse dotata di tecno logie flessibili e ad alto livello di automazione. Ma queste performances , in uno sterminato ambito di applicazioni possibili, non potevano essere ottenute da una singola macchina universale, bensì richiedevano un lavoro di adattamento e integrazione di diverse componenti. Quindi, un po’ per cultura e un po’ per necessità, i tradizionali partner di Atom nei paesi anglosassoni – Hawkes Tech nical nel Regno Unito, Manufacturers Supplies Company (Msc) in USA e Relco in Canada – avevano maturato nel tempo una robusta cultura di integrazione di sistemi dentro a soluzioni disegnate sulle esigenze dei clienti finali nel settore La grande glaciazione calzaturiera e la primavera industriale
188
Made with FlippingBook Digital Publishing Software