ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

zaturiera. La giovane Atom del dopoguerra era stata la nemesi della sempre più statica tradizione meccano-calzaturiera tedesca. Negli anni ’90, ormai matura, l’azienda fondata nello scantinato vigevanese da Cantella, Deambrosis e Gaia doveva accettare di rinascere vicino ai propri nuovi clienti, e farsi brasiliana, cinese e americana. Lo fece, con umiltà e pazienza.

La continua lezione del cliente nomade

Oggi il Brasile, che all’apertura della filiale diretta di Atom poteva contare su poche decine di macchine, fa registrare la presenza di più di 10.000 macchine per il taglio a fustella di vario tipo e il parco di sistemi di taglio in continuo Atom più vasto che sia stato installato nel settore calzaturiero mondiale. Può dunque Atom interpretare queste cifre di un indiscutibile successo di mercato come un segnale di maturità e di stabilizzazione? No, non può farlo. L’organiz zazione di Atom in Brasile è in permanente cambiamento. E il nomadismo del cliente calzaturiero continua a riprodursi, anche all’interno di questo grande e complesso paese che è il Brasile del terzo millennio, colossale esperimento socio-economico di crescita democratica che tuttavia non esita a utilizzare forti leve fiscali e tariffarie per pilotare dirigisticamente l’evoluzione del proprio tessuto industriale. Sollecitato da massicci interventi di sussidio governativo, negli ultimi anni il settore calzaturiero è migrato internamente verso il nord sottosviluppato, nelle aree a basso costo del lavoro che sono la “riserva cinese” della sfida manifatturiera brasiliana. E i grandi gruppi integrati del Rio Grande do Sul, ormai da vent’anni fedeli partner e clienti di Atom, per sopravvivere al nuovo contesto si sono dovuti adattare riconfigurandosi e delocalizzando internamente in nuovi distretti e in nuovi modelli a rete. Atom in Brasile è di nuovo alle prese con il nomadismo strutturale del settore calzaturiero: essa non può perdere di vista unmercato che, pur spostandosi entro la stessa nazione, migra di migliaia di chilometri e atterra in una dimensione socio-culturale completamente diversa, con nuove regole del gioco, all’interno del grande subcontinente brasiliano. Anche in questo caso, la lezione del noma dismo interno brasiliano è utile per comprendere gli analoghi fenomeni oggi in corso anche nei subcontinenti cinese e indiano, e domani probabilmente in Africa. L’inquieto spirito da pioniere della manifattura calzaturiera non ferma mai il suo viaggio verso territori di nuova industrializzazione, in ciò spinto sia dalla propria inesausta fame di produttività del lavoro a basso costo sia dalle politiche industriali dei governi. E per Atomquesto nomadismo pone ogni volta una nuova sfida, non solo di adattamento della tecnologia, ma soprattutto di relazione e presidio del mercato.

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