ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

I produttori italiani si distinguevano dalla strategia della Usm perché era no obbligati a svolgere un servizio tailored per le imprese clienti, seguendo le loro esigenze, garantendo la manutenzione degli impianti (con un rilevan te servizio post-vendita che non è fornito da quell’impresa precedentemente “quasi monopolista”), modificando continuamente il prodotto per eliminare problemi incontrati dall’utente, differenziandolo progressivamente rispetto a quello dei concorrenti. La Usm si trovò, dunque, ad affrontare una concorrenza via via più fastidiosa da parte di piccole e piccole-medie imprese (almeno 4-5 imprese italiane per ciascuna famiglia di macchina) che giungevano alle Fiere internazionali presentando continuamente nuovi modelli anche se erano solo leggermente modificati. La Usm progettava ancora con una pianificazione di medio-lungo periodo e concentrava l’attenzione su uno o pochi modelli di macchina sui quali introdurre l’innovazione. È, quindi, l’eccesso di cambiamenti e di piccole innovazioni delle pmi italiane che mise progressivamente fuori mercato la grande impresa multinazionale. Abbiamo, dunque, un caso interessante in cui si riproduce l’opportunità della vittoria di Davide contro Golia in unmercato precedentemente organizzato sulla presenza di un “quasi monopolio” e che riesce a trasformarsi in una forma di mercato di concorrenza imperfetta o monopolistica, che dà quindi opportunità non solo di introdurre differenziazione di prodotto e di prezzo, ma anche di perseguire strategie coerenti e di acquisire competitività a imprese di dimen sione relativamente piccola. La specializzazione delle imprese a livello di prodotto e/o di fase divenne, negli anni Ottanta, la caratteristica distintiva del settore; per parte sua Atom si muoveva anche secondo una diversa strategia, acquisendo altre imprese che consentirono di raggiungere un rilevante grado di integrazione produttiva a livello di gruppo. Ciò avvenne sia integrando diverse fasi produttive (includen do le fasi di lavorazioni meccaniche, soprattutto con la controllata Secom) sia organizzando un’offerta variegata di prodotti per diverse famiglie di macchine (soprattutto con l’altra controllata Ellegi).

Gli anni Novanta e la stabilizzazione dei mercati

Il mercato si stabilizza anche per la fine del lungo ciclo espansivo dell’eco nomia mondiale che aveva operato negli anni Ottanta. La forte svalutazione della lira degli anni 1992-95 (che non si accompagnava a una parallela infla zione interna) consentì una crescente competitività alla produzione italiana e permise, quindi, di espandere le esportazioni; tuttavia la situazione generale del mercato si raffreddò nuovamente alla fine degli anni Novanta in occasione della crisi finanziaria del Sud-Est asiatico. Va ricordato che in questo periodo si

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