ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

Trenta e nei primi anni del dopoguerra, quasi esclusivamente con la sostituzione di importazioni (copiando le macchine straniere), in periodi di sostanziale chiusura delle importazioni, con la trasformazione di riparatori meccanici in produttori delle prime macchine italiane per calzature. Sono gli anni della grande crescita della produzione, della forte crescita dell’occupazione (nel 1961 l’occupazione calzaturiera dell’area superava i 15.000 addetti in oltre mille stabilimenti produttivi) 6 e della forte immigrazione (so prattutto dal Veneto e dal Mezzogiorno), della crescita dei profitti. Sono gli anni “dell’età dell’oro”, della crescita dell’accumulazione e del miglioramento della qualità della vita dei lavoratori. Sono gli anni della pace sociale ma la gran parte dei profitti non vengono reinvestiti nel settore, a parte poche eccezioni. Sul finire degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta si interrompe il processo di ristrutturazione labour saving nel settore calzaturiero e inizia la fase di crisi che implica soprattutto la fine del modello di sviluppo basato sulla meccanizzazione del processo produttivo e sulla standardizzazione della pro duzione. È cambiata la società anche a Vigevano, c’è crescente consapevolezza sulle conquiste sociali e aumentano le rivendicazioni sindacali 7 . La crisi si è protratta sino al 1975-1976 e ha determinato l’uscita dal mercato di alcune grandi aziende che avevano da sempre caratterizzato il settore con la propria presenza. In questa prospettiva il caso della Faro si mostra come parti colarmente emblematico; ma occorre aggiungere anche i casi della Salamander, della Chimax e dell’ Italnord 8 . La struttura organizzativa del sistema calzaturiero vigevanese si modifica soprattutto come conseguenza di un riposizionamento delle imprese leader sul mercato nazionale e internazionale, con un progressivo spostamento verso la produzione di qualità. Gli imprenditori vigevanesi si spostano su sezioni e fasce del mercato finale meno aggredibili dai produttori che possono utilizzare forza lavoro a più buon mercato (sia in Italia sia, soprattutto, all’estero). È proprio in questi anni che si forma l’organizzazione distrettuale della produzione calzaturiera di Vigevano: diminuisce la dimensione di impresa; le piccole e medie imprese si specializzano per prodotti e fasi di lavorazione, aumentando la flessibilità produttiva; le medie-grandi imprese scompaiono o perdono peso. La divisione del lavoro tra le imprese favorisce la specializzazione e la fles sibilità produttiva e attiva saperi e competenze professionali complementari senza irrigidire la struttura organizzativa e senza rendere necessarie elevate anticipazioni di capitale e rilevanti investimenti inmacchinari. Questo processo Le trasformazioni degli anni Settanta e Ottanta

il distretto industriale vigevanese

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