ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

L’anno è il 1988 e il palcoscenico è quello della Fiera di Pirmasens, manife stazione di riferimento per la tecnologia calzaturiera, in un momento storico in cui quella tedesca ancora rivaleggia con quella italiana (da quegli anni in avanti non c’è più stata storia: Simac ha surclassato la fiera di Pirmasens e i produttori tedeschi di macchinari per calzatura, con qualche importante ecce zione, sono pressoché scomparsi o sono stati addirittura assorbiti da aziende italiane). In quella memorabile edizione vengono fatti due annunci: Atom entra nella compagine societaria di Vicam con una quota importante “quanto basta per cambiarne il nome in Atom+Vicam” (come venne risposto a un giornalista nella conferenza stampa di annuncio della operazione che voleva avere dettagli sull’entità dell’investimento di Atom); e non è certo un investimento da venture capitalist quello che Atom perfeziona, ma una lungimirante, coraggiosa anche se ancora una volta forse prematura, operazione di strategia industriale e tecno logica, che ha come obbiettivo quello di essere presente come impresa sui temi del cad, della informatica calzaturiera e dell’automazione di processo che, si intuisce, saranno temi strategici negli anni a venire. Ancora una volta l’azienda è protagonista dell’innovazione, investendo nelle tecnologie cad calzaturiere quando ancora pochi ne comprendevano in pieno il significato. Invero, questo non è l’unico avvenimento importante di quella primavera tedesca: nella stessa fiera Atom presenta il suo primo modello di “trancia a controllo numerico”, ossia un macchinario in grado di eseguire programmi ripetitivi di taglio in modo automatico, controllato da un software , gestendo la posizione della fustella e l’avanzamento del materiale. I tedeschi hanno tirato la volata (il concorrente di sempre, almeno per quei tempi, Schon ha già sviluppato una macchina di questa categoria), altri competitor sembrano muoversi nella stessa direzione e Atom ha l’opportunità di giocare a pieno titolo e con piena competenza questa importante partita tecnologica. Riannodando i fili degli eventi, non si può non notare come questo passaggio che porta l’azienda a fare evolvere i propri prodotti da macchinari puramente oleodinamici a complessi sistemi nei quali si intersecano competenze meccaniche, elettroniche e infor matiche è stato reso possibile proprio dal fermento, verrebbe da dire, culturale che in quel momento la attraversava e dall’apporto di quelle nuove e giovani competenze di cui si è detto. Da qui si origina un capitolo importante della storia industriale di Atom dell’ultimo decennio del secolo scorso (dalla fine degli anni Ottanta di quel secolo agli albori del nuovo); quel primo esitante prototipo di macchina a con trollo numerico, in cui un po’ di intelligenza dell’operatore viene ora trasferita alla macchina stessa, diventa ben presto l’antesignano di una ricca e fortunata famiglia di sistemi di taglio automatici a fustella. Essa arriverà a contare ben presto un gran numero di modelli diversi per il taglio ad alta produttività di materiali sintetici a fogli e a rotoli, con gradi diversi di automazione del proces-

Protagonisti dell’innovazione

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