ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
Vi sono stati però due passaggi “epocali” dei quali Atom è stata protagonista in prima persona e che hanno contrassegnato in modo determinante il dna dell’impresa come la conosciamo oggi; senza questi momenti Atomnon sarebbe quella che è. Si tratta dell’avvento del cad nella progettazione della calzatura e dello sviluppo delle prime famiglie di macchinari automatici di taglio senza fustella. Due storie che vale la pena raccontare anche perché chi scrive ha avuto la possibilità, umana e professionale, di vivere in prima persona questi momenti di importante cambiamento, la cui portata, sull’intero settore calzaturiero e sull’impresa, oggi possiamo pienamente misurare. Il periodo è quello della seconda metà degli anni Ottanta; la fase aziendale è quella della “maturità”. In quegli anni Atom è già tra le aziende di spic co del panorama meccano-calzaturiero italiano e mondiale. I suoi prodotti (macchine per il taglio, fustellatrici di diversi modelli a bandiera, carrello mobile e ponte mobile) sono da tempo consolidati e apprezzati in tutto il mondo per le caratteristiche tecniche, le prestazioni e la qualità. Atom è si nonimo di “taglio” in tutti quei paesi in cui l’impresa è presente con i propri prodotti, ossia dovunque esista almeno un inizio di industria calzaturiera. Quindi un’azienda florida e affermata, nella condizione di poter guardare al futuro, in un momento di grande crescita per la produzione calzaturiera italiana e mondiale in generale, con serenità. Ma è risaputo che nei fatti della vita (anche in quella delle imprese) vi è una componente imponderabile che sfugge a ogni previsione e che può cambiare in modo inaspettato e, appunto, imprevedibile il futuro. In quegli stessi anni, un gruppo di giovani ingeneri (tra i quali chi scrive) formatisi alla scuola ibm su sistemi software grafici allora all’avanguardia, usati dalle più prestigiose aziende mondiali per progettare aeroplani, navi, automobili e macchinari, decidono di tentare l’avventura imprenditoriale, mettendosi in proprio per offrire “dal di fuori e meglio” quello che da dentro la grande azien da big blue non era così facile offrire. E qui scatta l’imponderabile appunto; uno di essi (ancora chi scrive) pensa di proporre all’amico dei tempi di scuola (Giovanni Gaia), che ‘accidentalmente’ è impegnato nell’azienda di famiglia (appunto Atom) di condividere l’avventura. Occorre mettere bene a fuoco la situazione per comprendere la portata di questo passaggio. Si tratta di un confronto tra culture diverse: da un lato tra quella soft del mondo dell’informatica in un’epoca nella quale i pc non esistono, Bill Gates e Steve Jobs e le loro imprese sono ancora più promesse che certezze, e i compu ter più avanzati occupano la superficie di un discreto monolocale; e dall’altro Confronto di culture
Protagonisti dell’innovazione
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