Rassegna Calzaturifici

un periodo di difficoltà per Masseroni che ci raccontano altre voci. Muore di crepacuore, affermano i suoi collaboratori a Sanremo e viene sepolto a Garlasco nella tomba della famiglia Panzarasa, di cui era un familiare, avendo sposato la signora Luciana

Interviste su Masseroni

I due testimoni dell’epoca: Il ragionier Italo De Micheli ed il comm. Luciano Girardi.

«Era un accanito giocatore di carte»

Le sfide con il magistrato Barbagallo, le intuizioni, i contatti con lo Scià di Persia

Nel mosaico della vita di Masseroni abbiamo raccolto l’importante tassello della famiglia Panzarasa originaria di Garlasco e molto nota a Vigevano. La storia che unisce le famiglie Masseroni e Panzarasa nasce durante la Grande Guerra (1915-18) quando Carlo Rinaldo - militare a Garlasco in un distaccamento di artiglieria - incontra Luciana Panzarasa. Si sposano e avranno due figli: Mario detto Gegè e Luciano detto Nene. Dal nucleo Panzarasa ci viene dato uno spaccato della famiglia Masseroni ricco di legami, sentimenti ed interessi che hanno coinvolto personaggi dal forte carattere e dalla concretezza dell’agire. Dai contorni traspare la figura di Luciana, donna sensibile, dolce e raffinata. Interessanti sono i racconti del ragionier Italo DeMicheli, oggi 91nne, e che dal 1935 ricopriva alla Ursus Gomma il ruolo di addetto alla formazione dei costi degli articoli tecnici. Successivamente divenne il responsabile dell’ufficio vendite di questo importante settore. Il suo contatto giornaliero per più di vent’anni, con Masseroni, lo porta a ricordare molti risvolti nella complessa attività dell’imprenditore. Ci parla della partecipazione di Masseroni nel cappellificio Guazzoni di Alessandria, degli incontri con Giovanni Agnelli per costruire la “Volpe” una macchina da corsa, per assecondare l’idea del figlio Nene, della ricerca ostinata di materiali sofisticati per fabbricare le palle da tennis, dei rivestimenti antiacidi usati nei trasporti su gomma e su rotaie, del tessuto per paracaduti, degli impermeabili, dei giocattoli gonfiabili, dei canotti, dei pontoni di gomma per il genio militare, dei pavimenti di gomma, delle attrezzature per pescare, dei profilati per frigoriferi. Dei viaggi Chiariva e Pier Busseti, delle Terme di Acqui, del Casinò di Sanremo, dell’Inter e del ciclismo, della sua elezione a presidente dell’Assogomma, dei suoi contatti con enti e personaggi del mondo economico, sociale e politico. «Era un milanese “spatascià”, comunicava in dialetto. Era ricco di intuizioni. Tutti gli volevano bene e lo cercavano» conclude visibilmente commosso il rag. Italo De Micheli. Altra interessante fonte è quella fornita dal cavalier Luciano Girardi. Entrato giovanissimo in Ursus gomma nel 1941, come applicato alla contabilità, passa al settore commerciale sino ad arrivare ad occupare il ruolo di responsabile delle vendite delle calzature prodotte dallo stabilimento vigevanese. Intelligente, curioso, dinamico il cavalier Girardi, oggi 80nne, vive a S. Vito al Tagliamento, ma è ancora partecipativo a quel mondo che lo ha visto attore in un ruolo che gli ha segnato la pelle. Non manca di riviverlo con passione e lucidità. «Masseroni era con il fratello Mario, rappresentante di pellami e di cuoio. Tra le ditte che rappresentava c’era la Conceria di Corsico, dove incontra Bertolini e Magnoni. Da quell’incontro prende il via la Ursus gomma. Il primo ricordo che ho di Masseroni è quello di un accanito giocatore di carte. Ricordo le sfide serali con il magistrato Barbagallo». Luciano Girardi nel suo dire trova il filo per svolgere la matassa delle proprietà, degli interessi e delle attività alle quali Masseroni si appassionava ed elenca: «I terreni in regione Santa Maria in Vigevano, una tenuta in provincia di Mantova, ed un’altra in provincia di Arezzo, la villa Le Palme a Santa Margherita Ligure, le

Made with FlippingBook - Online magazine maker