Rassegna Calzaturifici

CARLO RINALDO MASCHERONI Tratto da: l'Informatore dell'1.2.2007 (servizio di Cesare De Marchi)

Decisionista e grande innovatore

Carlo Rinaldo Masseroni, nasce a Milano il 4 gennaio 1891 e muore a Sanremo il 30 gennaio 1957. Attorno alla sua figura è nata una storia dell’imprenditoria locale, legata alla Ursus Gomma, la più grande azienda di calzature in gomma e articoli tecnici presente in Vigevano nel secolo scorso. Cercando fra le carte e conversando con persone che l’hanno conosciuto, c’è chi dice che il nome Masseroni è di origine francese. Sarebbe arrivato in Italia al seguito di Napoleone, e il ceppo lo si trova nel Monferrato e successivamente nel Milanese.

Storia o leggenda araldica sul nome, certo è che Carlo Rinaldo Masseroni è stato un personaggio nella storia dell’imprenditoria lombarda, capace di dar vita ad un processo produttivo stabilendo efficaci ed efficienti rapporti tra i fattori di produzione, disponibili negli anni Venti-Trenta, cioè: forza lavoro- capitale-risorse-mezzi e conoscenze tecniche e tra questi e il mercato. Un imprenditore che sapeva coordinare le attività produttive dell’impresa, e creare una rete di servizi per chiudere il ciclo economico della produzione con la distribuzione. Masseroni fu anche un innovatore. Non seguiva passivamente una tradizione o effetti imitativi, ma sapeva adottare nuove tecniche per introdurre nuove combinazioni di fattori produttivi. Fu il primo in Italia ad applicare il PVC (cloruro di polivinile) nel campo delle suole per scarpe. Masseroni era un decisionista. Sapeva scegliere cosa produrre, in quale quantità, con quali strumenti e mezzi e assumere responsabilità strategiche le cui conseguenze non si limitavano alla vita dell’azienda, ma tendevano a modificare le richieste del mercato in termini quantitativi e qualitativi. Vedi il suo ingresso nel settore dei pneumatici, dei canotti, delle pavimentazioni, dei giocattoli con materiali di gomma. Sapeva scegliere i suoi collaboratori amministrativi, tecnici, commerciali, li sapeva ascoltare e poi decidere. Era amato e stimato dalle sue maestranze. Aveva un senso della gestione del Capitale, orientato alla passione del rischio. Non è mai stato un “funzionario del Capitale’ o un “tagliatore di cedole’. Provvisto di coscienza sociale, non mancava di opere a favore delle maestranze, vedi case per abitazioni di dipendenti, la Mutua aziendale, gli ambulatori medici, la mensa, i Gruppi sportivi e ricreativi. La sua ragione di sentirsi imprenditore era dar corpo all’esigenza del Capitale per valorizzare le sue passioni di uomo. Era l’espressione di un ideal- tipo diversamente dotato tra le diverse categorie di imprenditori. Uomo del fare, comunicava in dialetto milanese, amabilmente alla Tecop a, con significati che sapevano far presa sull’entourage e che lo riconosceva un leader carismatico. Masseroni era anche un soggetto caricaturabile. La “Gazzetta dello Sport”, ma soprattutto il “Guerin Sportivo” ritraeva con poche linee e curve un “cumenda” ( Masseroni è stato presidente del FC Interanzionale di Milano) dal sigaro in bocca dal sicuro atteggiamento, dai simboli sportivi uniti a simboli imprenditoriali per saldare i “percettori di opportunità” che nelle strategie di mercato prendono il nome di Marketing. Masseroni è stato un imprenditore che, sotto il profilo socio economico, ha stabilito un raccordo tra un orizzonte storico individuale ed un orizzonte storico sociale visibile nella nostra città.

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