Mostra fotografica Vassalli

Il protagonista era il cielo. Ma un cielo trafitto dalle scie degli aerei; Tomer ne aveva immortalato decine. Graffi che andavano in tutte le direzioni. […] “Lassù è un crocevia” disse “il progresso non si ferma.” La natura ne risentiva. I carpi si ammalavano, come anche i castagni. I noci non facevano più noci e ovunque si potevano trovare olmi e querce feriti. Quella pattumiera di scie ne era responsabile. Me lo disse mentre accendeva il braciere, gli occhi di nuovo puntati su di me, come fossi in parte responsabile di quello scempio. Occhi che scavavano nei miei e che fiutavano l’odore dello smog o del cemento. L’assuefazione, la dipendenza. […] Quel cielo trafitto, ammalato dai resti dell’uomo ero io. Le donne, le madri e le figlie che erano venute prima di me, nella mia porzione di mondo, e quelle che avrebbero ereditato il mio posto. Eravamo come quel cielo: piene di graffi, inquinate, come l’acqua degli oceani. Come il pensiero dei nostri tempi