MC e sostenibilità

Macchine per pelle e calzature e sostenibilità ambientale

raggiunto finora. Invece lo sviluppo tecnologico può essere la soluzione, e non solo la causa, dei problemi ambientali. Era il 1972 quando il Rapporto sui limiti dello sviluppo 6 commissionato al MIT (Massachusetts Institute of Technology) dal Club di Roma 7 , fu pubblicato. Il rapporto prediceva le conseguenze della continua crescita della popolazione sull’ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della specie umana. Diceva che il mondo avrebbe esaurito il petrolio all’incirca nel 1992. La previsione contenuta nel rapporto, per quanto possa suonare strana, si è invece rivelata corretta. Abbiamo esaurito il petrolio, o meglio, abbiamo esaurito la parte accessibile con le tecnologie degli anni settanta. Ma ne stiamo tuttora bruciando enormi quantità, perché siamo diventati molto più efficienti nel localizzarloedestrarloinluoghi chequarant’anni fanoneranoraggiungibili, in particolare le profonditàmarine. La tecnologia, oltre a rendere accessibili risorse che prima ci erano precluse, amplia il concetto di risorsa. Grazie allo sviluppo tecnologico, le onde marine, che in passato erano solo una forza distruttiva da contrastare, sono diventate un’importante fonte di energia. Fino agli anni ottanta, il coltan era un minerale raro, ma anche di valore piuttosto modesto. Oggi è tra i più preziosi al mondo, al punto che molti gruppi ribelli della Repubblica Democratica del Congo pare finanzino le loro guerre grazie al lavoro degli schiavi nelle miniere di coltan. Il tantalio, uno degli elementi che compongono il coltan, ha un ruolo chiave nella fabbricazione di parti destinate ai telefoni cellulari e ad altri oggetti elettronici. A un livello meno sensazionale, lo sviluppo tecnologico ci permette di produrre risorse rinnovabili con maggiore efficienza. Nel corso dell’ultimo secolo la capacità dell’uomo di produrre cibo e altre materie prime naturali (per esempio la pelle) è enormemente aumentata grazie alla meccanizzazione, e all’uso di prodotti chimici, all’allevamento 6 Il primo rapporto del Club di Roma, pubblicato nel 1972 con il titolo The limits to growth, è stato un pionieristico studio che ha focalizzato l’attenzione sui limiti di uno sviluppo basato esclusiva mente su un crescente sfruttamento delle risorse e ha evidenziato le connessioni tra salvaguardia dell’ambiente, utilizzazione dell’energia e sviluppo demografico. Curato per il Club dal System Dynamics Group del MIT, diretto da Dennis e Donella Meadows, il rapporto si basa sulla proiezio ne a medio e lungo termine delle tendenze di crescita della società mondiale, calcolate secondo un modello matematico di simulazione, che consente di arrivare alla ‘datazione’ dei punti di rottura dovuti allo stesso processo di crescita. 7 Club di Roma, Associazione civile senza scopo di lucro, fondata (1968) e presieduta (fino alla morte, 1984) da Aurelio Peccei e poi dallo scienziato scozzese A. King, con sede a Parigi. Il suo scopo era di analizzare in un contesto globale i principali problemi dell’umanità, cercando solu zioni idonee. Sono noti soprattutto i primi tre rapporti: I limiti dello sviluppo (1972), Strategie per sopravvivere (1974) e Progetto RIO (1977).

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