MC e sostenibilità

Macchine per pelle e calzature e sostenibilità ambientale

regionalizzazione delle decisioni politiche. D’altra parte, le preoccupazioni relative alla sovranità nazionale costituiscono ancora un considerevole ostacolo all’adozione di impegni fortemente vincolanti. Il fatto che i governi facciano sempre più affidamento sui mercati e sugli strumenti economici oltre che sui classici strumenti di regolamentazione, implica che anche la struttura internazionale del sistema ambiente dovrà adottare un approccio maggiormente basato sul mercato, a livello sia interno che esterno. La globalizzazione dell’economia e dell’ambiente sta portando nuove sfide che le istituzioni esistenti dovranno affrontare. Tavola 20: Convenzioni e programmi delle Nazioni unite dedicati all’ambiente. Elenco delle convenzioni e programmi delle Nazioni unite dedicati all’ambiente Aarhus Convention La Convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pub- blico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, nota come Convenzione di Aarhus, è un trattato internazionale volto a ga- rantire all’opinione pubblica e ai cittadini il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia ai processi decisionali di governo locale, nazio- nale e transfrontaliero concernenti l’ambiente. È stata firmata nella città danese di Aarhus il 25 giugno 1998 ed è entrata in vigore il 30 ottobre 2001. Al maggio 2013, era stata ratificata da 45 stati e dall’Unione europea. In par- ticolare, in Italia è stata ratificata con la legge n. 108 del 16 marzo 2001. CBD La Convenzione sulla diversità biologica (Convention on Biological Diversi- ty), è un trattato internazionale adottato nel 1992 al fine di tutelare la diver- sità biologica (o biodiversità), l’utilizzazione durevole dei suoi elementi e la ripartizione giusta dei vantaggi derivanti dallo sfruttamento delle risorse genetiche. Adottata a Nairobi, Kenya, il 22 maggio 1992, la Convenzione sul- la diversità biologica è stata ratificata ad oggi da 196 paesi, chiamati spesso Parti dalla traduzione impropria del termine inglese Parties. La Convenzio- ne è stata aperta alla firma dei paesi durante il Summit mondiale dei capi di Stato di Rio de Janeiro nel giugno 1992 insieme alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ed alla Convenzione contro la desertificazione, per questo denominate le tre Convenzioni di Rio. Con Andorra e lo Stato di Palestina, che hanno ratificato la CBD nel 2015 e lo stato del Sudan del Sud nel 2014, la Convenzione conta ora 196 Parti. I Paesi che mancano per poter definire la Convenzione veramente “globale” sono solamente il Vaticano e gli Stati Uniti d’America, i quali non l’hanno ancora ratificata. Da sottolineare però che gli Stati Uniti d’America hanno firmato la Convenzione nel 1993 e mantengono un ruolo sempre molto attivo nell’am- bito dei lavori della Convenzione. La Convenzione sulla biodiversità è consi derata la più onnicomprensiva, in quanto i suoi obiettivi si applicano prati- camente a tutti gli organismi viventi della terra, si tratti di specie selvatiche o selezionate dall’uomo. La CBD esprime degli obiettivi generali, lasciando ai paesi la decisione di determinare le azioni da realizzare a livello nazionale.

177

Made with FlippingBook flipbook maker