Dal saper come fare al saper cosa fare
Capitolo terzo
storica per il comparto italiano, il pantografo Universal. Anche nel caso del pantografo, il progetto nasce all’esterno dell’officina: Recchioni, unmodellista, che traccia degli schizzi sul tavolo di un’osteria, e Pomati, un salumiere, che investe il capitale, offrono al meccanico l’opportunità di produrre unamacchina originale, come dimostra la registrazione del brevetto ottenuta nel 1931.
I rivenditori
I precedenti riferimenti al sostegno offerto da Agostino Grassi a Rodolfo Rolando e da Amedeo Biffignandi a Felice Minola inducono ad un dovuto riconoscimento del ruolo ricoperto dai rivenditori nello sviluppo del comparto meccano calzaturiero vigevanese e, conseguentemente, nella crescita dell’industria calzaturiera nazionale. Ad una prima disamina il ruolo del rivenditore, quale intermediario fra produttore e utilizzatore, appare come il terzo vertice di un triangolo naturale. La struttura del mercato, così come è andata consolidandosi durante il secolo, mostra infatti l’operare di una triangolazione di competenze complementari –officina meccanica, rivenditore, calzaturificio– in cui il rivenditore funge da collettore di esigenze e di soluzioni. I riferimenti all’azione svolta dai grandi produttori internazionali –dal “monopolista” statunitense Usm all’antagonista europeo, il tedesco Moenus– ed alcune iniziative degli stessi rivenditori italiani suggeriscono una realtà differente, ove i rivenditori svolgono un ruolo attivo e di assoluta rilevanza nel costruire –o meglio, plasmare– il comparto meccano-calzaturiero italiano e, per riproduzione storica, il settore a livello internazionale. Alcune contingenze favoriscono la comparsa del rivenditore ed il suo ruolo innovatore. Da un lato il ritardo delle imprese italiane nel processo di meccanizzazione che, rispecchiando il desiderio o le convinzioni del dover salvaguardare le caratteristiche della produzione tradizionale e le associate competenze, rendemeno percepita l’esigenza di razionalizzazione del processo produttivo, meno impellente la riorganizzazione delle imprese emeno rilevanti i possibili vantaggi da economie di scala. Ciò si traduce in una produzione calzaturiera frammentata e caratterizzata da unità produttive di piccole dimensioni in cui le iniziali esperienze di meccanizzazione sono episodiche. Il contestuale rilievo all’inizio del ‘900 dell’esistenza di un numero limitato
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