Dal saper come fare al saper cosa fare
Capitolo terzo
Il brindisi per l’inaugurazione nel 1915 del nuovo stabilimento della Antonio Ferrari
verso la riparazione e manutenzione delle prime macchine impiegate nelle imprese calzaturiere, allora di esclusiva provenienza americana o tedesca. Con l’aiuto di qualche operaio le ripara, vi apporta modifiche e, costruendo diret tamente i pezzi di ricambio, introvabili in Italia, le rende nuovamente funzio nanti. Le competenze elettromeccaniche giocano in questa fase un ruolo deci sivo per lo sviluppo dell’iniziativa. L’assenza di tecnici e depositi di compo nenti delle imprese estere traduce ogni guasto in lunghi periodi di fermo mac china –pari nel migliore dei casi ai tempi necessari alla richiesta dei compo nenti alla casa madre ed al loro successivo invio in Italia–. L’emancipazione dalla dipendenza dall’estero viene sottolineata anche dalla pubblicistica se condo la quale, nella ricerca dell’ambito ove applicare le competenze che va accumulando, “il Ferrari ferma la sua attenzione su una delle maggiori industrie locali, la confezione delle calzature; vede che essa è asservita appunto al mercato este ro, e si fissa il suo compito meritorio, fabbricare qui, da noi, quanto ci occorre.” 6 Le carenze sul versante dell’offerta offrono quindi ad Antonio Ferrari l’opportu nità di avviare inizialmente la riproduzione della componentistica richiesta dalla manutenzione/riparazione delle macchine e, successivamente, la pro duzione/riproduzione delle macchine più semplici, quali le fresasuole, i pomicini, le trance, i banchi di finissaggio, ecc.
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