Dal saper come fare al saper cosa fare

Capitolo secondo

da altre zone della Lombardia qual è il caso di Pietro Giulini. “Verso il 1887-88 dalla nativa Lodi venne a Vigevano Pietro Giulini, giovane capace, intraprendente, pieno di coraggio, buona volontà e buon tecnico. Impiantò un piccolo laboratorio e poscia col concorso di alcuni conoscenti Vigevanesi (cav. Losa, Quaglia Francesco, Ceretti Luigi, e qualche altro) ingrandì il suo laboratorio producendo diversi tipi di calzature, cuciti a rovescio, sempre dando un impulso tale da farsi la clientela in tutta Italia. A quei tempi non si conoscevano altre macchine per calzature all’infuori di quelle della fabbrica Singer che servivano a giuntare le tomaie e quindi la mano d’ope ra era necessaria per tutto il resto della confezione della calzatura [..] Esigenze-oppor tunità di espansione inducono il Giulini a cercar finanziamenti –trovati a Milano–. Sorse allora il calzaturificio “La Nazionale” del quale il Giulini divenne Direttore Generale (ed anche viaggiatore) mentre Francesco Conti in seguito prendeva la gerenza, Bonazzi la contabilità e quindi A. Gaj viaggiatore. (i soci sono: F. Conti, Nart, Arienti di Milano, Anselmo G. Vitali di Alessandria e L. Ceretti di Vigevano) [..] “Diversi operai del Giulini che nel frattempo erano diventati altri piccoli fabbricanti specializ zati, fra i quali Pelegatta Luigi, Gaia Angelo, Nicola Antonio, furono assunti nel nuovo stabilimento con mansioni di capi fabbrica. Aquell’epoca quindi (circa il 1892) le fabbriche di certa importanza erano: “La Nazionale” con circa 300 operai (dei quali circa due terzi donne), Milani (viaggiatore Bognetti A.), Madonnini, Ferrari Trecate, Matteo e Bocca Luigi che impiegavano da 40 a 100 operai ognuno, e altre poche di minor importanza, rispetto alle maestranze impiegate. [..] Si introdusse poi la lavora zione a chiodi che andò man mano essa perfezionandosi.” 38 La prima macchina cucisuola, una McKay, viene adottata dal Calzaturificio Nazionale per iniziativa di Pietro Giulini, che la fa giungere dagli Stati Uniti 39 . Lo stesso Giulini dopo aver lasciato “La Nazionale” ed aver lavorato alcuni mesi con Luigi Bocca, nel 1893 si rimette in proprio. Il peculiare moltiplicarsi di iniziative imprenditoriali coniugato con la crescente adozione di macchine, rende in breve tempo Vigevano il princi pale polo calzaturiero italiano. Da un lato il suo originale connubio fra inno vazione organizzativa e innovazione tecnologica fece sì che l’area vigevanese potesse disporre in “breve tempo [di] fabbriche di scarpe attrezzatissime, in cui si addestrarono coloro che oggi sono proprietari o dirigenti di oltre 300 aziende” 40 . Dal l’altro la particolare integrazione fra razionalizzazione e meccanizzazione pose le premesse per l’ammodernamento e la specializzazione in cuoio da suola “dell’antica conceria Caramora, che funzionava in via Trivulzio con mezzi veramente

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