Dal saper come fare al saper cosa fare
Capitolo secondo
forse anche del mercoledì, potendo bastare alla vita il lavoro affrettato della fine della settimana, perché i clienti eleganti amavano avere le calzature nuove in domenica. [..] Oggidì anche i calzolai sono più assidui, meglio organizzati, e quindi guadagnano di più, come comportano le attuali esigenze della vita. Vi sono proprietari di bottega, veri capi di aziende (cui sono addetti numerosi lavoranti), provviste di mezzi, e che ali mentano anche altri operai confezionatori, i quali lavorano a domicilio, facendosi even tualmente assistere dai membri delle loro famiglie: questi producono, senza capitali, in buone condizioni economiche, permettendo al capo bottega, che dà gli ordini, i cuoi, le misure, le istruzioni (gli attrezzi rappresentano ben poco), di caricare sui prezzi una quota di spese generali, e di guadagno. In quanto al committente, egli paga sem pre gli stessi prezzi di una volta, senza aver sentito, si può dire, quasi nessun vantag gio dalle fluttuazioni delle materie prime e dai progressi dell’industria delle pelli, né dalle introdottesi macchine a cucire.” 4 Se dalla suggestione impressionistica si passa a quella statistica, la sostanza del quadro non presenta significativi cambiamenti. I dati sul consu mo pro-capite di calzature negli stati Uniti ed in alcuni paesi europei intorno al 1913 confermano la condizione di arretratezza italiana. In media il consu matore italiano continua ad incontrare “difficoltà” nel dotarsi di calzature (Ta bella 1) . Gli italiani mostrano di comprare un paio di scarpe ogni due anni mentre statunitensi ed inglesi giungono a consumarne quasi cinque volte tan to (2,4 paia all’anno per i primi e 2,3 per i secondi) e circa tre volte i tedeschi, i francesi e gli spagnoli (1,6 paia all’anno i primi e 1,3 gli altri). Di fronte al quadro di arretratezza tecnologico-produttiva del settore in Italia, appare ancora più significativa l’intraprendenza di quei pionieri che, con la loro visione innovativa, posero i presupposti per la nascita e lo svilup po di un’industria calzaturiera moderna. Diversi imprenditori italiani si contendono il primato della meccaniz zazione del processo produttivo. Pur importante, il dato appare forse meno decisivo quando posto in relazione allo sviluppo del comparto meccano-cal zaturiero. L’introduzione di innovazioni tecnologiche da parte di tali pionieri svolgerà una funzione di stimolo per l’origine e lo sviluppo di un’industria meccanica nazionale solo allorquando verrà associata anche all’adozione di talune innovazioni organizzative da parte delle imprese calzaturiere. La por tata di tale convergenza di iniziative diverrà evidente in tutta la sua dimen sione con il secondo dopoguerra.
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