Dal saper come fare al saper cosa fare

Capitolo primo

rà per segnare praticamente i due terzi del secolo. Pochi dati sono sufficienti a rappresentare il ruolo che il gruppo statunitense ha rivestito a livello sia ame ricano che mondiale. All’inizio del ‘900 l’Usm possiede circa 15mila brevetti, il suo experimental department annovera 130 fra inventori e progettisti, la sua rete di assistenza consta nel solo Massachusetts di oltre 360 tecnici. Nel 1906 le mac chine fornite in leasing negli Stati Uniti assommano a 25.605 unità e quelle offerte con la medesima modalità negli altri paesi risultano pari a 2.738 unità; in Germania si stima che circa i due terzi delle macchine per calzature impie gate dall’industria nazionale siano del gruppo statunitense, infine in Gran Bretagna la filiale di Leicester del gruppo si avvia a divenire la più importante realtà dell’industria meccano-calzaturiera europea. Come detto in precedenza il dominio del gruppo si protrarrà a lungo. Nel 1920 uno studio della Corte Suprema degli Stati Uniti stima che le macchine dell’Usm rappresentino il 95% delle macchine impiegate dai calzaturifici statu nitensi. Tale dato e le modalità attraverso cui Usm lega il cliente a sé valgono all’impresa statunitense anche il primo processo per pratiche anticoncorrenziali nel 1918. Il giudizio della Corte Suprema darà in questo caso ragione all’impresa affermando la legittimità della difesa dei propri brevetti. Il dibattito aveva trova to eco anche in Italia ove La Conceria e CalzoleriaMeccanizzata aveva ripre so alcuni articoli comparsi su Shoe & Leather Reporter e su Superintendent and Foreman relativi all’introduzione di un nuovo sistema di macchine per calza ture: “[i] fabbricanti di calzature aspettano con vivo interesse l’esito dei procedimenti legali iniziati dalla United Shoe Machinery Co. le cui macchine sono usate, subordinatamente a contratto di noleggio dalla massima parte dei fabbricanti di calza ture contro la Thomas G. Plant Co., che ha sostituito le macchine della United Shoe Machinery Co con altre della Wonder Worker Shoe Machinery Co. di Boston.” 9 Suc cessivamente la rivista italiana aveva dato notizia del fatto che: “ Il Governo Federale Nord Americano ha fatto una istanza al Tribunale di Boston onde venga emessa un’ordinanza che sancisca lo scioglimento della Corporazione della United Shoe Machinery Co. e delle Compagnie alleate e prevenga l’ulteriore rafforzamento dei brevetti e l’uso esclusivo dei contratti di noleggio che il Trust ha con quasi tutti i fabbricanti di calzature.” 10 Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, nel 1947, si stima che l’Usm soddisfi da sola circa lo 85% della domanda statunitense di macchine

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