Dal saper come fare al saper cosa fare
Capitolo sesto
Con la dovuta eccezione di Usm e delle sue consociate che per gran parte del secolo paiono percorrere una strada del tutto autonoma, il comparto delle macchine per il sintetico prende sostanzialmente forma a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Da un lato la forte domanda di calzature economiche, che costituisce una delle tante conseguenze del conflitto bellico, e, dall’altro lato, il patrimonio di conoscenze scientifiche cumulato dalle gran di imprese chimiche nella ricerca della gomma sintetica, innescano lo svilup po del comparto delle macchine per il sintetico a livello internazionale. Con la fine del conflitto mondiale a fianco delle imprese meccano calzaturiere tradizionali, che hanno esteso o rifocalizzato la propria produzio ne a comprendere le applicazioni della gomma, iniziano ad esserne fondate di nuove che si rivolgono esclusivamente alla trasformazione della gomma. In Germania, nel 1946, nasce Desma, cioè l’impresa tedesca che per alcuni de cenni viene indicata come leader nella produzione di macchine per il sinteti co. In Italia, negli stessi anni, Ferrari rende sempre più consistente il proprio coinvolgimento nella produzione di macchine per la vulcanizzazione e, a Pa dova, Virgilio Lorenzin con la sua officina inizia a coniugare l’impegno nella produzione di macchine e di stampi con la manutenzione degli impianti im piegati nella produzione di suole in gomma. L’avvio della produzione di calzature in gomma, come ricordato, risale in Ita lia agli anni immediatamente precedenti il 1930. La scarpa in gomma si rita glia immediatamente uno spazio industriale significativo. La tecnologia im piegata per la vulcanizzazione è quella che fa ricorso all’autoclave. La situazione sul versante dell’offerta di tecnologia è diversa da quel la che pochi decenni prima caratterizzava l’industria della calzatura tradizio nale. Le imprese calzaturiere possono rivolgersi sia all’offerta estera, la cui presenza in Italia è consolidata, sia a quella nazionale che può contare su un numero consistente di officine e sull’esperienza trentennale di Ferrari ed altri pionieri. Il catalogo di Anima del 1938, elencando ben 25 imprese, offre una testimonianza diretta del come la tecnologia della vulcanizzazione risultasse diffusa in tutto il settentrione d’Italia (Tabella 1). Gli anni ‘30
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