Dal saper come fare al saper cosa fare

Capitolo quinto

damento della propria competitività internazionale e sulla rappresentazio ne del ruolo assunto negli anni ’80 dalla produzione italiana nell’industria delle macchine per calzature. A legittimazione della leadership conseguita, i dati raccolti evidenziano infine il superamento del comparto tedesco ad opera di quello nazionale.

Dai primi episodi di esportazione all’avvio dell’esplorazione dei mercati in ternazionali

Il Diario della Fiera Campionaria di Milano del 21 aprile 1920 riporta la noti zia che le delegazioni dell’Unione Sovietica e della Bulgaria hanno visitato gli stand della Antonio Ferrari e che i rappresentanti bulgari hanno “ordinato una serie completa di tutte le sue macchine che dovranno servire come collezione e modello per la ripresa e lo sviluppo dell’industria meccanica di quella nazione.” 2 All’interno del nascente compartomeccano-calzaturiero italiano l’espe rienza dell’impresa di Vigevano rimane per diversi anni un evento isolato, giustificato anche dal fatto che le attività che lo caratterizzano ancora negli anni ’30 sono dovute per la stragrande maggioranza ad officine meccano calzaturiere di tipo artigianale. Il riscontro statistico mostra come nel 1938 i dati relativi al commercio estero testimonino un ridottissimo flusso di espor tazione alla voce “macchine ed apparecchi per la lavorazione delle pelli del cuoio e la fabbricazione delle calzature ed altri oggetti in cuoio”, che risulta pari a poco più di 33 tonnellate. La dimensione locale delle attività rispecchia del resto il prevalere delle officine nel comparto nazionale; l’esportazione e l’agire al di fuori del paese sono ancora un fenomeno del tutto sporadico e patrimonio di pochissime imprese. Il caso dellaAntonio Ferrari appare ancor più anomalo se si conside ra che, alla vigilia del secondo conflitto mondiale, l’impresa esporta oltre i tre quarti della produzione, la cui gamma di modelli comprende “quelli tradizio nalmente richiesti e necessari all’industria calzaturiera e [che] raggiungono nel com plesso gli 80 tipi.” 3 Con la fine della seconda guerra mondiale l’attenzione ai mercati esteri inizia a manifestarsi in forma meno episodica. Alla fine del 1947 la Ferrari afferma di aver “prodotto e venduto nel mondo oltre 300 macchine per cucire suole a punto scoperto “rapid”, e più di 200 montatrici” , dati questi ultimi che costitui-

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