Dal saper come fare al saper cosa fare
Capitolo quarto
L’INDUSTRIA ITALIANA DELLE MACCHINE PER CALZATURE NEL DOPOGUERRA Dalla riproduzione alla specializzazione
Alla soglia del secondo conflitto mondiale lo sviluppo dell’industria calzaturiera italiana è tale da mostrare una domanda di macchine per calzatu re ormai consolidata; non altrettanto sviluppato, né tanto meno consolidato, appare di converso il comparto meccano-calzaturiero nazionale. L’offerta di macchine è molto articolata, nondimeno risulta dominata dai produttori in ternazionali che operano in Italia sia direttamente –come nel caso di Usm– sia indirettamente tramite rivenditori –come per gran parte delle imprese tede sche–. L’offerta italiana coincide di fatto con l’attività specializzata di poche imprese –prima fra tutte la Ferrari– e, talvolta, con l’operato sporadico di sin gole officine meccaniche, per le quali la realizzazione di macchine appare più il complemento di riparazioni e produzione di componenti che non una scelta imprenditoriale Alla fine della guerra il comparto delle macchine per calzature pre senta uno scenario in forte evoluzione. Le dinamiche che avevano contribuito alla nascita ed all’iniziale sviluppo del mercato italiano delle macchine per calzature, evidenziano forti accelerazioni il cui risultato più evidente è rap presentato dal rimescolamento dei ruoli assunti da importatori, produttori ed utilizzatori. Il processo avviato negli ultimi anni del conflitto avrà effetti im portanti sullo sviluppo del settore. In particolare, comporterà la ridistribuzione del potere fra i diversi attori del sistema, nonché la ridefinizione delle finalità del loro operato e, quindi, della loro stessa natura. Da un lato vi è l’incremento della produzione calzaturiera trainata dall’agire contestuale della crescita della domanda finale e dalla definitiva meccanizzazione del processo produttivo della scarpa, che investe le imprese di ogni grado e dimensione. Dall’altro lato le difficoltà all’importazione di
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