ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

Tornando alla dimensione “politica” dell’associazione, Giovanni Gaia ha rappresentato non solo una discontinuità per le modalità con cui Atom si è rapportata ad assomac, ma anche una sorta di discontinuità nella guida di quest’ultima. Forse perché è stato il primo della seconda generazione di imprenditori a essere scelto per la presidenza dell’associazione, forse perché la globalizzazione ha trasformato le caratteristiche della competizione industriale, ciò che ne è derivato è stato un nuovo modo – forse più manageriale e meno impulsivo – di confrontarsi con l’evoluzione della realtà. In tal senso, è sufficiente richiamare alcuni passi della sua relazione di commiato alla fine del secondo mandato di presidenza: per parlare di cosa abbiano rappresentato, per l’Associazione e per me, questi quattro anni non si può prescindere dal 2003, un anno che ha assunto un valore simbolico in quanto segna un passaggio che, a posteriori, possiamo forse definire epocale: l’industria meccano-calzaturiera italiana esce dal millennio eroico della conquista del mondo – del la Vigevano leader internazionale – per entrare nell’ epoca del disincanto , quella in cui la globalizzazione riconduce Vigevano, e l’industria meccano-calzaturiera italiana, a parte del mondo, ad “attore fra altri attori”. [...] Per quelli che vengono spesso definiti gli scherzi del destino, è quindi toccato al “nuovo” il privilegio e l’onere di confrontarsi con una nuova realtà. Le peculiarità della presidenza Gaia possono essere ricondotte principal mente a due tratti del suo essere imprenditore: la capacità di leggere critica mente il passato – cioè saper demistificare i miti del passato – e la disponibilità a cambiare, anzi la capacità di cogliere l’evoluzione dell’ambiente. Tutto ciò ha significato per assomac una nuova attenzione all’informazione e alla cono scenza; la parola d’ordine di quel suo primo anno di presidenza fu “capire per agire”, formula che alla fine si concretizzò in una giornata di lavoro – dal titolo Quali prospettive per le imprese meccano-calzaturiere italiane? – ove fu posto esplicitamente il tema della “continuità-discontinuità” rispetto al passato e, anche suscitando qualche scetticismo, vennero prospettati scenari evolutivi, opzioni possibili e scelte percorribili. In termini più puntuali, Gaia ha contribuito in modo significativo a rio rientare la riflessione all’interno di assomac, indirizzandola verso la “scoperta” della Cina e, a essa connessa, la riflessione sulla valenza assoluta della tecnologia quale fattore competitivo. In tal senso ha saputo evidenziare come il misurarsi con il mercato cinese imponesse nuove regole e come la struttura del comparto italiano non fosse più competitiva come lo era stata in passato. Non solo: lo stesso prodotto italiano – inteso come mix di prezzo, livello tecnologico, capacità di proporlo ed assisterlo – si era ormai rivelato inadatto rispetto ai mercati del

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