ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

Atom e l’associazionismo amilCare baCCini

È sempre difficile parlare del ruolo svolto da un’impresa all’interno di un’as sociazione, soprattutto se, a caratterizzarne la partecipazione, non è tanto il valo re – strategico o meno – attribuito a tale scelta dall’impresa quanto le peculiarità umane e le convinzioni dell’imprenditore. Di più, in questa prospettiva parlare della lunga relazione intercorsa fra Atom e assomac equivale a raccontare il passaggio generazionale che ha interessato non solo l’azienda ma l’associazione stessa e, per certi versi, evidenziare una discontinuità nella continuità. La mia testimonianza prende le mosse dagli anni Cinquanta, anni in cui l’idea stessa di una rappresentanza imprenditoriale vedeva contrapporsi, tra gli industriali, i sostenitori della territorialità, quanti sottolineavano con for za le caratteristiche dimensionali proprie delle aziende e, ancora, quelli che ambivano ad affermarne la valenza settoriale e industriale. Invero, l’associa zionismo all’interno del comparto diventò oggetto di discussione quale scelta “consapevole e motivata” proprio in quel periodo, sebbene i nomi di alcuni “pionieri meccano-calzaturieri” fossero comparsi, già negli anni Venti, negli elenchi di anima, l’associazione che raggruppava l’insieme delle industrie meccaniche 1 . Tuttavia, il dibattito rimase abbastanza circoscritto, e per tutti gli anni Cin quanta e parte dei Sessanta la cultura dell’associazionismo faticò a diffondersi nel tessuto meccano-calzaturiero nazionale: infatti, ancora nel 1963, in un elen co stilato da anima in collaborazione con l’ice, comparivano non più di sette imprese meccano-calzaturiere, di cui due sole vigevanesi. Con finalità maggiormente orientate agli aspetti promozionali, prese avvio negli anni Sessanta l’esperienza dell’Unione Costruttori Italiani Macchine ed Accessori per Calzaturifici (ucimac) 2 . L’attenzione alla promozione posta in essere dalla nuova associazione corrispondeva, di fatto, al riconoscimento del ruolo competitivo dell’informazione, e quindi spingeva gli imprenditori a do tarsi di uno strumento capace di veicolare efficacemente le caratteristiche delle macchine per calzature prodotte.

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