ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

4. Per un’analisi dei punti di forza (soprattutto il livello qualitativo dei prodotti e i servizi post vendita) e di debolezza (soprattutto le difficoltà a reperire manodopera altamente specializzata e l’andamento sfavorevole della domanda dei beni prodotti nel settore in cui opera l’azienda) che ca ratterizzarono l’attività delle imprese meccaniche vigevanesi a fine anni Ottanta, momento di svolta nell’innovazione tecnologica del settore, si veda il saggio di D. Fornari, Le strategie e i fabbisogni aziendali nel sistema calzaturiero vigevanese , in Il sistema economico della Lomellina. Una ricerca e un convegno , cit., pp. 81-83. 5. Cfr. soprattutto M. Storper, Le economie locali come beni relazionali , in “Sviluppo locale”, 5, 1997. 6. Per tali rilievi si veda il saggio di A. Colli, Capitalismo famigliare , il Mulino, Bologna 2006, e la non esigua bibliografia in esso riportata. Per l’autofinanziamento come “fattore primario dal quale dipese, nel medio-lungo periodo, lo sviluppo della base produttiva” dei settori non capital intensive , si veda F. Bonelli, Il capitalismo italiano. Linee generali d’interpretazione , in Storia d’ Italia. Anna li. i. Dal feudalesimo al capitalismo , Einaudi, Torino 1978, p. 1233. Per quanto riguarda il ricorso all’autofinanziamento come prevalente comportamento dell’imprenditoria presente nel distretto di Vigevano si vedano le osservazioni di G. Bravo, E. Merlo, Sviluppo e crisi del distretto di Vigevano , in Le istituzioni dello sviluppo , a cura di G. Provasi, Donzelli, Roma 2002, p. 60, ove per un’analisi più generale si rimanda a S. Beretta, G. Iannini, Struttura finanziaria e mercato del credito in un’area subregionale: due rapporti sulla provincia di Pavia , Franco Angeli, Milano 1985, pp. 92-102, e a M. Possa, L’area-sistema di Vigevano , in I distretti industriali: crisi o evoluzione? , a cura di F. Onida, G. Viesti e A.M. Falzoni, Egea, Milano 1992, p. 208. Per progetti di soluzioni finanziarie a sostegno dell’imprenditoria vigevanese durante la fase di riposizionamento dell’economia locale alla fine degli anni Ottanta si vedano sia il saggio di E. Cotta Ramusino, Il ruolo della finanza per lo sviluppo dell’area vigevanese. La struttura bancaria locale e le soluzioni finanziarie innovative per sostenere lo sviluppo delle iniziative imprenditoriali , in Il sistema economico della Lomellina. Una ricerca e un convegno , cit., pp. 155-192, sia l’intervento di Dario Velo al convegno Idee e proposte per l’economia vigevanese incluso nel medesimo volume a pp. 203-209. 7. A sottolineare nell’individualismo – inteso come accentramento di mansioni nella figura dell’im prenditore, come tendenza a escludere elementi “esogeni” e, conseguentemente, come incapacità di cogliere la necessità di avvalersi di competenze manageriali – l’atteggiamento diffuso nell’impren ditoria vigevanese è attento il saggio G. Bravo, E. Merlo, Sviluppo e crisi del distretto di Vigevano , in Le istituzioni dello sviluppo , cit., pp. 83-85, che si basa sull’interessante ricerca, condotta – per così dire – dall’interno della mentalità imprenditoriale vigevanese da C. De Marchi, Memoria sto rica – Managerialità e prospettive dell’imprenditoria vigevanese , Arti Grafiche Casonato, Vigevano 1992. Del resto, anche per il prossimale settore calzaturiero la ricerca condotta da Frigeni e Tousijn vi confermava, ancora per gli Settanta, la “non divisione del lavoro imprenditoriale”, sottolineando anzi che, nella propria azienda, “l’imprenditore calzaturiero fa invariabilmente un po’ di tutto”, cfr. R. Frigeni, W. Tousijn, L’industria delle calzature in Italia , cit., p. 93. 8. In merito al passaggio generazionale, vale ricordare che nel 2002 G. Bravo, E. Merlo, Sviluppo e crisi del distretto di Vigevano , in Le istituzioni dello sviluppo , cit., pp. 85-91, scrivevano come nel settore meccano-calzaturiero – anche a motivo di “prospettive future più rassicuranti” – tale problema fosse “molto meno sentito, se non quasi assente” (ivi, p. 91), rispetto alle dinamiche di exit totale dall’attività industriale che molti imprenditori vigevanesi del settore calzaturiero scelsero per sé e per i figli dopo la crisi degli anni Ottanta, in un contesto di crescenti difficoltà di gestione aziendale e di incertezze riguardo al futuro.

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