ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
I tre fondatori. Un ritratto greta m. baCCini
“L’impresa” atom
Se unissimo immaginari punti sulla pianta della città di Vigevano, tracciando una linea che parta da via Roma e passi per vicolo San Giacomo, che tocchi via della Costa e via Ristori per arrivare a via Morosini, se lo facessimo, apparirebbe una stilizzata, imponente lettera A . Per dimostrare che il disegno di una grande “impresa” è stato tratteggiato, pazientemente, durante sessantacinque anni di avvenimenti e attraverso cinque storiche sedi. Ma, soprattutto, ha preso vita, forma e consistenza grazie a tre giovani uomini e un unico intento: lavorare insieme. Emiliano Cantella, Luciano Deambrosis, Lorenzo Gaia: una sorta di trilogia vigevanese che ha fatto storia. La storia di Atom. Era il primo dopoguerra. C’era la città, Vigevano, dove si lavorava, e c’era la provincia, alla quale volersi riavvicinare. C’era il bar, alla sera, dove incontrarsi e parlare del futuro. Un futuro da costruire insieme. I tre, non ancora ventenni, avevano trovato occupazione a Milano, chi alla Borletti, chi in una ditta che produceva ferri da trancia, chi in un’officina nei pressi di corso Lodi, ma avevano voglia di lavorare insieme, nella loro Vigeva no, e si dice che questa fosse stata la vera spinta propulsiva a portarli verso una prima importante decisione. La ricerca di un posto di lavoro a Vigevano si concretizzò ben presto in una vera e propria proposta di assunzione: una assunzione, ma per uno solo di loro. Il “no” fu coraggioso. Del resto erano in tre e se non ci fosse stato qualcuno disposto ad assumerli tutti, loro avrebbero trovato un’altra soluzione. Forse la più spregiudicata, ma di certo la più lungimirante. I ragazzi di via Roma
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