ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

Il futuro anteriore della responsabilità Carlo alberto Carnevale maffè

Atom non è azienda di annunci. La coniugazione verbale caratteristica dell’identità aziendale è il futuro anteriore. “Progetti interessanti, procedia mo: quando li avremo realizzati, ne parleremo al mercato”: questa è la miglior risposta che un team di lavoro poteva ricevere dopo aver illustrato le proprie proposte a Lorenzo Gaia. Il suo ruolo riconosciuto era incarnare il presidio delle future strategie d’azienda, che dovevano passare al vaglio del suo dili gente scrutinio prima di essere sottoposte al resto del Consiglio. Egli ascoltava con attenzione, senza prevenzioni né scetticismi, ogni progetto di futuro. Le volute di fumo delle sue sigarette, quando ancora s’usava così, erano chiave d’interpretazione del verdetto per chi finiva davanti al severo tribunale del suo pragmatismo. Ma l’approvazione di un possibile progetto futuro non costituiva di per sé consenso al suo annuncio pubblico. L’azienda non intendeva comu nicare progetti senza prima aver consolidato sul campo i risultati degli stessi. Il futuro semplice, nella cultura Atom, non era né poteva essere oggetto di comunicazione al mercato, se non anticipato e consolidato dal futuro anteriore. Dietro a questa scelta di Lorenzo Gaia, condivisa da tutto il vertice aziendale, c’era un misto di pudore e di prudenza, ma soprattutto un invalicabile vincolo di etica della responsabilità. Quest’attitudine guardinga, quasi schermita, verso il futuro non permeava solo le decisioni del Consiglio di Amministrazione, ma anche la cultura di prodotto. Molti in azienda ricordano i viaggi di ritorno con Tiziano Mostu ra, nel cuore della notte, dopo dure giornate di test su nuovi sistemi di taglio automatici appena installati dai clienti. Per chi, con legittima soddisfazione e forte dei risultati raggiunti, si spingeva a proporre annunci pubblici, conferen ze stampa, video promozionali, arrivava puntuale la doccia fredda: “Fa no el ganassa 1 . Non abbiamo ancora concluso nulla. Quando il cliente avrà ordinato la seconda macchina, allora faremo la brochure ”. Eccola all’opera, la legge del futuro anteriore: quando il mercato avrà confermato con i fatti la bontà del nostro prodotto, solo allora parleremo di futuro.

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