ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
Si può leggerlo dal punto di vista dell’aziendalista, dello storico di settore, dell’economista, dell’addetto ai lavori; sicuramente c’è in qualche capitolo un certo spazio all’autocelebrazione, ma Paolo Pissavino ha fatto “buona guardia”. Inoltre il percorso di lettura non necessariamente deve essere quello cano nico dall’inizio verso la fine, in quanto ogni intervento gode di una propria au tonomia, permettendo una fruizione per certi versi random , tale da permettere a ciascuno di approfondire quanto sia di proprio interesse. Ma vorrei chiudere questa breve introduzione con il descrivere quella che secondo me è la risposta principale alla domanda di apertura, sul perché ci siamo impegnati a far nascere questo libro. Rileggendo infatti con attenzione il volume ci accorgiamo che la storia della Atom, al di là dei fatti e dei prodotti, è storia soprattutto di valori. Il valore della trasparenza, all’interno dell’azienda, l’uno verso gli altri, e verso il mondo esterno. Il valore dell’economicità, intesa come capacità dell’impresa di assicurare stabilmente l’autosufficienza economica e finanziaria dell’esercizio. Il valore dell’azienda come sistema, cioè il vedere la stessa come un insieme di risorse umane e di capitale, che in modo integrato concorrono al raggiungi mento dell’obiettivo strategico aziendale. Il valore dello sviluppo, inteso come sintesi dei valori di innovazione, ser vizio al cliente, valorizzazione delle risorse. Valori questi che sottostanno ai due principi che hanno guidato gli atteggia menti e i comportamenti di tutti coloro che hanno operato e operano nell’im presa: l’autonomia e la responsabilità. L’autonomia, da intendersi come libertà di decidere da parte di chi ha compiti direzionali sulle scelte da intraprendere nella logica di un’economia di mercato; valore che però deve sempre andare di pari passo con quello della responsabilità, intesa come obbligo di chi gestisce di rendere conto del proprio operato. Nel cassetto della mia scrivania conservo da molti anni un ritaglio che re cita: “ Chi esercita i poteri di governo economico si comporta dunque come un fiduciario che esercita i propri diritti-doveri sull’impresa come se si trattasse di cosa non propria che solo temporaneamente è affidata alle sue cure affichè la faccia prosperare e la consegni al proprio successore possibilmente in condizioni migliori di quando l’ha avuta in consegna” 1 . Ritengo che questo concetto ben sintetizzi il patrimonio di principi che tu, caro papà, e il signor Emilio e il signor Luciano, avete trasmesso, forse incon sapevolmente, con il vostro esempio e le vostre azioni, a noi, figli, collaboratori, stakeholders della azienda, valori che sono entrati nel dna di questa impresa e che rappresentano la vera forza della stessa.
Perché questo libro?
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