ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
che promuovono il distretto sul piano internazionale, veicolano competenze e servizi, mediano e coordinano varie attività. Verso il distretto industriale è stato compiuto un percorso di riconoscimento e legittimazione che – così come già avvenuto per la piccola impresa – ha prima individuato e rafforzato la sua identità (e quella delle sue varie forme) per poi arrivare a scoprirne le potenzialità in campo internazionale , potenzialità intese appunto come propensione del distretto a farsi promotore e mediatore sul piano internazionale dei valori e dei vantaggi competitivi locali. Il distretto è un contesto utile e a volte indispensabile allo sviluppo dell’im presa minore, soprattutto in una condizione di mercato allargato dove la piccola dimensione si evidenzia particolarmente fragile. Possiede la capacità di fare da cassa di risonanza di valori che senza il distretto rischierebbero di non avere visibilità, pur riscontrando potenzialmente il gradimento dei mercati. I processi di internazionalizzazione di imprese inserite organicamente in un distretto sono diversi da quelli di imprese che vivono il rapporto con il mercato (nazionale ed estero) con un minore legame nei confronti del contesto di appartenenza. Per le imprese non distrettuali si configurano due situazioni tipo: le più capaci consolidano il rapporto con il mercato grazie alla forza dei loro prodotti e alla naturale capacità di attrazione che ne deriva, di fatto impo nendosi al trade ; le altre mostrano invece una forte dipendenza da uno o pochi interlocutori, tipica quella che lega le piccole imprese ai circuiti di subfornitura industriale e commerciale. Per contro, l’impresa distrettuale – anche se non è aliena dall’avere legami di dipendenza da soggetti esterni – sembra meno esposta perché facilitata nel reperimento delle risorse e delle informazioni, e anche nelle occasioni di contatto con operatori esteri. L’efficacia della dimensione distrettuale è però legata al buon funzionamento del doppio sistema di relazioni, che possiamo individuare proprio a partire dai nodi più significativi: le imprese capofila di catene di fornitura locali. Queste hanno infatti due tipi di contatti: quelli all’interno del tessuto locale, verso i subfornitori e i vari soggetti che compongono il contesto, e quelli all’esterno verso i mercati internazionali e gli intermediari commerciali. I due sistemi di relazioni devono diventare complementari e sinergici se si vogliono sfruttare al massimo le potenzialità di entrambi i circuiti: alla dimensione internazionale delle imprese deve quindi corrispondere una dimensione internazionale del distretto nel suo insieme; processo non meno problematico e ormai manifesto in tutti distretti italiani, tanto da diventare un nuovo terreno di studio. Tuttavia, prima ancora di preoccuparsi del fenomeno della delocalizzazione della produzione distrettuale – che teoricamente intacca lo stesso concetto di distretto – vale la pena fare riferimento al fenomeno base delle esportazioni. A livello di distretti industriali l’atteggiamento nei confronti dell’inter nazionalizzazione è ancora prevalentemente mercantile e con una forte di-
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