ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
Perché questo libro? giovanni gaia
Quando una storia viene raccontata non può essere dimenticata, diventa qualcos’altro, il ricordo di chi eravamo, la speranza di ciò che possiamo diventare. Ma se una storia non viene raccontata diventa qualcos’altro, una storia di menticata. Tatiana De Rosnay , La chiave di Sarah Quando due anni fa ho informato mio padre dell’idea di dar vita a un libro su Atom, le sue parole sono state di estremo scetticismo: “Se noi scriviamo un libro sulla ATOM, allora un Della Valle, un Del Vecchio, un Polegato, cosa dovrebbero fare? La nostra è una piccola storia, di poco interesse e di pochi meriti; quello che abbiamo fatto è il minimo che si potesse realizzare, semmai potrebbe essere solo una storia di occasioni perdute, di quello che non abbiamo fatto e che si sarebbe potuto fare”. Il suo proverbiale distacco al limite del provocatorio, il suo riportare le cose a una misura di basso profilo, il suo rifiuto a qualsiasi enfasi sui risultati ottenuti alzando sempre il benchmark sugli obiettivi da raggiungere si manifestavano ancora una volta. Le sue osservazioni mi hanno certamente fatto riflettere, ma non al punto di abbandonare il progetto. Senza dubbio Atomnon è una grande azienda, ma nel suo “piccolo” la storia di Atom è una storia di leadership , seppur nel contesto di un settore di nicchia se paragonato ad altri settori industriali. In effetti, fin dalle origini, Atom ha sempre mirato a ritagliarsi un ruolo da protagonista nei segmenti di prodotto e di mercato in cui ha operato. Già dai primissimi anni, affrancandosi rapidamente da un ruolo di mera officina conto-terzista e di ricambistica, ha di fatto saputo trovare un prodotto proprio, dapprima le vulcanizzatrici per poi arrivare, alla fine degli anni Ses santa, alle fustellatrici, il prodotto “simbolo” della produzione Atom, e di cui è riconosciuta indiscusso leader a livello internazionale. E anche gli investimenti
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