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Macchine per pelle e calzature e sostenibilità ambientale

Tavola 25: Sistema italiano per l’ambiente Sistema italiano per l’ambiente ARPA L’ Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (ARPA) è un ente del la pubblica amministrazione italiana, gestito dalle Regioni d’Italia. Queste agenzie sono state istituite a seguito del referendum del 18 aprile 1993 che abrogò alcune parti di articoli della legge 23 dicembre 1978, n. 833 di isti tuzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Pertanto, furono eliminate le competenze ambientali della vigilanza e controllo locali del SSN esercita- te tramite i Presidi multizonali di prevenzione (PMP) delle Unità Sanitarie Locali, che, a loro volta, le ereditarono dai Laboratori provinciali di igiene e profilassi, sorti nel 1934 con il Regio decreto del 27 luglio, n. 1265: “Te- sto unico delle leggi sanitarie”. Dopo il referendum, tali competenze conti nuarono ad essere esercitate da suddetti PMP, fino a quando il Parlamento con la legge 21 gennaio 1994, n. 61, di conversione del terzo decreto legge 496/93, affidò questi compiti ad apposite “Agenzie Regionali” che furono istituite assieme all’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ANPA), divenuta poi APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici) e nel 2008 confluita nell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ente di indirizzo e di coordinamento delle Agenzie delle Regioni e delle Province autonome. Queste funzioni era- no precedentemente svolte in maniera diversa dal Ministero della sanità e dal Ministero dell’ambiente. Tutt’oggi, il Ministero della salute conserva alcun compiti in materia ambientale, oltre che sulla sicurezza degli alimen- ti e quella sul lavoro. L’ISPRA, come l’ANPA a l’APAT prima, è vigilato dal Ministero dell’ambiente e della Tutela del territorio e del mare, coopera con l’Agenzia europea dell’ambiente e con le istituzioni ed organizzazioni na- zionali ed internazionali operanti in materia di salvaguardia ambientale. La nuova concezione della materia ambientale, introdotta dalla legge 21 gennaio 1994, n. 61, è volta alla migliore armonizzazione fra le istituzioni statali e quelle territoriali, rinnovando gli ambiti di competenza. Pertanto, le discipline settoriali quali: l’igiene e la sanità pubblica (SISP - Servizio Igiene e Sanità Pubblica); la prevenzione, l’igiene e la sicurezza negli am- bienti di lavoro (SPSAL - Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro); l’igiene degli alimenti e della nutrizione (SIAN - Servi- zio igiene alimenti e nutrizione); l’igiene degli allevamenti e delle produzio- ni zootecniche (SVET - Sanità pubblica veterinaria); che riguardano la sfera “ambientale” dell’uomo, nel significato generale di salute individuato dalla legge di riforma sanitaria, restarono nella competenza dei Dipartimenti di prevenzione delle ASL. Negli anni successivi all’entrata in vigore della legge 21 gennaio 1994, n. 61, tutte le regioni e province autonome, hanno trasformato i PMP in ARPA, modificandoli con apposite leggi ed organizza- te, secondo le finalità ed i compiti istituzionali, in dipartimenti provinciali (come, generalmente, lo erano già i PMP). I servizi storicamente erano (e sono) quelli di: chimica ambientale; medico-biotossicologico; fisica-am- bientale; impiantistico-antinfortunistico. Dagli oltre 100 PMP, si è passati oggi a 19 Agenzie regionali e 2 delle province autonome che costituiscono con l’ISPRA, la rinnovata rete italiana delle “Agenzie per l’Ambiente”.

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