Dal saper come fare al saper cosa fare
Capitolo terzo
“regione Fiera” nel 1880, viene acquisita nel 1905 daAngelo Ornati che affianca le nuove attività a quelle di un’officinameccanica che già possedeva da trent’an ni ed ove si realizzavano anche biciclette. Proprio all’interno di quest’ultima, nel 1896 era stata prodotta quella che può essere considerata la prima soluzio ne italiana di meccanizzazione di una fase della produzione di calzature, cioè un bilanciere a mano per tranciare il cuoio ed i suoi surrogati, primo fra tutti il cartone. Con riferimento a quegli anni, “Faro” –pseudonimo dietro cui si cela va un collaboratore dell’Eco della Industria e dei Commerci del Cuoio e delle Calzature– afferma che “[t]utto il resto, compresi anche i coltelli, veniva dalla Ger mania, poco dalla Francia, insignificante parte dalla Inghilterra e quasi nulla dal l’America, malgrado che colà vi fossero già da molti decenni industrie perfette di mac chinario e accessori per calzature.” 8 In seguito all’acquisizione della fonderia, Ornati apporta significativi miglioramenti sia alla stessa fonderia sia all’officina meccanica. Gli effetti be nefici dell’integrazione di competenze metallurgiche e meccaniche si rivele ranno nel volgere di breve tempo, consentendo alla Angelo Ornati di “costru ire qualsiasi tipo di macchina.” 9 La produzione, molto vasta, spazia dalle fusioni in ghisa di qualunque dimensione e forma ai torchi ed alle pigiatrici per uva, alle macchine per pasticcerie e, secondo alcuni, alle biciclette. Dalle compe tenze associate alle macchine per pressare e per tranciare le lamiere, a quelle necessarie alla progettazione di macchinario per la tranciatura delle suole il passo è breve. Alla fine del primo conflitto mondiale la ditta conta 45 operai ed il processo di specializzazione nel settore calzaturiero è sempre più marca to. Nei primi anni Venti i messaggi pubblicitari, oltre alle trance “Rivoluzio ne”, ai “torni copiativi” per riprodurre “forme per calzature e macchine inerenti” ed alle altre produzioni cui è associato il proprio patrimonio di competenze, annunciano la “costruzione di pressatacchi e macchine inerenti.” Anche nel caso di Ornati il numero dei tecnici che ha saputo sfruttare imprenditorialmente le competenze acquisite in officina è consistente e spa zia da Amedeo Biffignandi e Carlo Slovazza, che compaiono fra i fornitori di macchine per calzature nella Guida del 1923, a Venanzio Garbarini (la cui of ficina costituisce il nucleo originario dell’odierna Garfas) ed ai cugini Allevi (quindi, alle attuali Virginio Allevi e F.lli Allevi che, in particolare, continue ranno a sviluppare le macchine per il taglio). 10
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