Dal saper come fare al saper cosa fare
Capitolo secondo
diverse ed innovazioni sia sul versante commerciale sia su quello dell’organiz zazione del lavoro. Scorrendo le note della “Conceria Italiana” si scopre come Raimondo Rovatti nasca in provincia di Modena, a Mirandola, nel 1845, inizi ad appren dere il mestiere di calzolaio dal padre quando non ha ancora compiuto 10 anni e prosegua il proprio perfezionamento a Bologna a partire dal 1873. E’ però a Milano, ove giunge nel 1876, che Rovatti inizia la sua avventura im prenditoriale; dopo pochi anni di lavoro presso la ditta Francesco Rossi (filia le di via Solferino), nel 1880, “trovato nel concittadino Alberto Crema un socio capitalista”, apre in via Torino un laboratorio con annesso negozio, quest’ulti mo definito dalla rivista sontuoso nonché “primo in Milano, per la vendita delle calzature confezionate. In breve gli operai crebbero a circa un’ottantina, l’azienda fioriva e si dovette più volte ampliare il negozio ed il laboratorio” 6 . Nel 1887 i due soci, venuti a conoscenza del fatto che in Germania si producono “a macchina delle perfette calzature”, e dopo un viaggio a Francoforte, fondano a Milano il primo stabilimento meccanico di calzature, in via Rugabella 3. Inizia quindi l’apertura di filiali commerciali in altre città –alla fine saranno 16– che si accompagna all’idea della “vendita a prezzo unico” ed avvia una modesta esportazione inAustria, Ungheria, Germania e Svizzera. 7 Giuseppe Padovan offre una ricostruzione forse meno aulica, ma probabilmente più realistica nei termini in cui sottolinea implicitamente il pro blema della distribuzione del prodotto confezionato e rende concreto il con fronto con quanto avviene all’estero. In tal senso, con riferimento alla crescita del laboratorio di Crema & Rovatti l’Autore aggiunge che “la produzione avreb be potuto raggiungere proporzioni assai più alte se non avesse urtato contro la concor renza delle calzature fabbricate a macchina all’estero, specialmente negli Stati Uniti d’America, in Boemia, Svizzera ed Inghilterra, che incominciavano appunto allora ad incontrare il gusto del pubblico italiano. Perciò il Rovatti si decise, nel 1887, ad acqui stare in Germania tutte le macchine necessarie”. 8 Nel 1889 Crema e Rovatti aprono un nuovo stabilimento, apposita mente progettato, sempre a Milano. “Quasi contemporaneamente un’altra fabbri ca meccanica di calzature sorgeva a Busto Arsizio per opera di una società di forti capitalisti. Ma in brevissimo tempo dovettero abbandonare l’impresa per insufficienza di tecnica ed offrirono alla ditta Crema &Rovatti ciò che per lei rappresentava una disastro sa passività. La ditta accettò ed in un primo esperimento di un sol giorno, con le stesse
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